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Facebook e le Call To Action: arriva il tasto “Dona Ora”

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Le organizzazione no profit hanno da oggi la possibilità di inserire il tasto "Dona Ora" per incentivare gli utenti 

Ultimamente Facebook ha introdotto varie Call to Action, tra cui "Acquista Ora" e "Prenota Ora". In questo modo è possibile effettuare conversioni all'interno della piattaforma, senza dover uscire dal social e andare su siti terzi per completare l'acquisto o spluciare l'offerta. Su questa scia si inserisce l'ultima novità del gigante blu, "Dona Ora", il pulsante che le organizzazioni no profit potranno inserire sulla propria pagina fan o all'interno di un link sponsorizzato. In questo modo sarà possibile donare all'interno di Facebook e, allo stesso tempo, rilasciare delle informazioni di pagamento che potremmo utilizzare per futuri acquisti (su Facebook, ovviamente).

Naturalmente, questo update rappresenta un passo in avanti in senso positivo per le organizzazioni la cui vita o morte dipendono dai contributi raccolti tramite la beneficenza. Se siete utenti di Facebook quindi, dare un contributo alla vostra causa preferita è ora  più facile che mai:

Tasto Dona Ora Facebook

Facebook in realtà aveva già precedentemente introdotto il pulsante "Dona" nel mese di dicembre 2013, ma soltanto a un numero selezionato di partner non-profit tra cui l'UNICEF, la Croce Rossa e DonorsChoose.org.

Ogni giorno Facebook viene utilizzato per sensibilizzare l'opinione pubblica a sostenere svariate cause e si chiede di motivare gli altri a fare lo stesso. Siamo ispirati da tutto il bene che viene da queste connessioni, tanto da aver aggiunto la nuova call to action "Dona ora" su pagine e link ads per rendere le donazioni più facili che mai.

Non è ben chiaro il motivo per cui Facebook ha effettuato questa modifica estendendo il tasto a tutte le organizzazioni no profit. Non è da escludere infatti che alcuni utenti siano stati attenti a rilasciare al social network le informazioni su carta di credito o conto PayPal per acquistare tramite la piattaforma e che questo potrebbe essere un modo per memorizzare questi dati sensibili e facilitare acquisti futuri. Sicuramente la sensibilizzazione verso le donazioni è maggiore e quindi si tende a dare i propri dati a cuor leggero. Ma vogliamo vederci del buono e pensare che per una volta Facebook non stia cercando l'ennesima via per aumentare il fatturato.

In ogni caso, le organizzazioni non profit non potranno lamentarsi ora che hanno accesso più facile a circa un miliardo e mezzo di potenziali donatori.

Annette Palmieri


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