Alzi la mano chi non ha visto almeno una volta rifiutarsi una promozione Facebook Ads a causa della regola del 20% di testo. La regola è stata rimossa. Ma sarà una vera soluzione?
C’era una volta… così iniziano molte favole e così sembra poter iniziare dall’8 giugno 2016 ogni post che racconti la famosa e discussa, nonché discutibile regola del 20% di testo scritto sulle immagini da sponsorizzare con le campagne ads di Facebook. Per i non addetti ai lavori tale regola è facilmente spiegabile con poche parole: in precedenza, se il 20% dell’area dell’immagine di un’inserzione, era costituito da testo, l’inserzione non veniva approvata per la pubblicazione su Facebook, Instagram o Audience Network.
Dall’ 8 giugno invece Facebook accontenta tutti, permettendo che la soglia venga superata e che le immagini siano coperte di testo, ma in cuor suo continua a preferire la sua versione originaria e pertanto nelle linee guida si legge
Anche se preferiamo ancora le inserzioni in cui il testo è ridotto al minimo, abbiamo adottato un nuovo sistema per consentirti di pubblicare inserzioni che sarebbero state rifiutate con la vecchia normativa.
Ci capiterà quindi di poter promuovere immagini come questa con un warning che ci avviserà della possibile penalizzazione nella visualizzazione.
Problema.
Che fare dunque a questo punto?
Decidere di spendere comunque soldi e tempo prezioso contando sulla “potenza” del messaggio o venire a patti con Facebook e il suo algoritmo di calcolo per la visibilità?
Il dibattito è aperto e acceso fra i vari esperti del settore, grafici, social media manager, marker, e per quanto possa essere interessante e costruttivo, anche volendo informarsi leggendo tutte le teorie e/o prendervene parte, resterà difficile giungere ad una decisione.
Perché resterà difficile capire chi possa avere ragione nel sostenere la propria tesi?
Semplicemente perché le stesse tesi sono condizionate dal tipo di lavoro che svolge l’esperto di turno.
Prendiamo ad esempio la posizione dei grafici di professione. Sulla regola del 20% avevano costruito una loro roccaforte, pertanto vedono la rimozione di tale limite come una mancanza di sensibilità sia verso l’estetismo, sia verso la loro stessa professione e professionalità.
Quando un “turista delle promozioni” all’ennesimo blocco della promozione, si ricordava del vecchio spot di una nota compagnia di viaggio.
“Fai da te? AHI AHI AHI!”,
si scocciava e si recava in uno studio di grafica, il professionista di turno accendeva un cero e rivolgeva la propria preghiera di raccomandazione e buona salute all’ideatore della limitazione.
Del resto la tesi del grafico è condizionata dal fatto di doversi già difendere dai vari Canva, Easly e tutte le altre piattaforme che permettono a quasi chiunque di costruire le proprie infografiche. Essi basavano molto delle loro certezze per il futuro e dei loro servizi sulla regola del 20% e sulla capacità di essere esteti della comunicazione.
Per i Social Media Manager come il sottoscritto, il rischio è quello che il cliente voglia trasformare ogni immagine in una brochure repleta di informazioni, salvo poi lamentarsi per i scarsi risultati in termini di visibilità e persone raggiunte.
Il marker dal canto suo invece può ritenersi libero di agire come meglio crede, sbizzarrendosi con slogan accattivanti e pieni di call to action.
Soluzione
Come membro del gruppo chiuso di Marco Montemagno, posso dire che la sua posizione da influencer top class è quella di
- eseguire dei test e capire come e quanto possa essere penalizzata la visibilità della nostra immagine
- cercare di capire in anticipo se il messaggio possa essere più forte della durezza e spietatezza dell’algoritmo ideato dai programmatori di Mark Zuckerberg.
Il mio consiglio è dunque quello di provare le reazioni delle persone di volta in volta, capendo già dalle condivisioni e dai “mi piace” organici, il reale potenziale dell’immagine stessa.
Resta poi valido il tentativo di modificare il testo attingendo al dono della sintesi e ridurre il carattere per trasformare un’ immagine valutata Bassa, Media o Elevata, in stato OK.
E voi da che parte state? Comunicatelo con un commento e ancor meglio con esperienze dirette che possano aiutare tutta la community a prendere la giusta decisione.
Stefano Cristofori